Ernie della parete addominale e laparocele

Andrea Lucchi chirurgo calcoli colecisti cistifelia 3d 4k

Che cos’è l’ernia della parete addominale?

L’ernia della parete addominale è la fuoriuscita di un viscere dalla sua sede naturale approfittando della debolezza dei muscoli e delle fasce dell’addome o di una “porta” naturale come l’ombelico o altri canali. Quando è post-chirurgica l’ernia di parete viene denominata laparocele.

Possono essere congenite o da sforzo.

Andrea Lucchi chirurgo calcoli colecisti 3d 4k

Sintomi dell’ernia della parete addominale o laparocele

  • dolore

  • tumefazione

  • difficoltà alla digestione

In casi particolari si può verificare lo strozzamento: il viscero erniato nell’ernia non si riduce più e soppraggiunge una sofferenza vascolare dello stesso. Vi è necessità di intervento chirurgico urgente con eventuale resezione del viscere erniato.

La diagnosi solitamente è clinica e per difetti di piccole dimensioni è sufficiente una ecografia addominale mentre per difetti più grandi è necessario eseguire una TAC senza mezzo di contrasto.

La terapia delle ernie di parete è solitamente chirurgica.

La correzione delle ernie può avvenire per via laparotomica tradizionale o per via mininvasiva. In ogni caso è sempre necessario (tranne nel caso di piccolissime ernie ombelicali) posizionare un materiale protesico.
Le tecniche laparotomiche tradizionali prevedono tanti varianti in base alla sede anatomica in cui viene posizionata la protesi (sovrafasciale, retromuscolare, preperitoneale intraperitoneale). In alcuni casi di grandi ernie o laparocele può essere necessario ricorrere a tecniche complesse denominate TAR (trasversus abdmominis relase).
Svantaggi: cicatrice, infezioni di ferita, sanguinamenti, tempi di recupero, degenze prolungate.
Le tecniche mininvasive si sono sviluppate negli ultimi 20 anni e hanno lo scopo di riparare l’ernia evitando di creare una cicatrice mediana sfruttando i vantaggi consolidati della laparoscopia.

Fra le tecniche mininvasive si annoverano:

Tecniche intraperitoneali: la IPOM in cui si posiziona una protesi intraperitoneale a ponte del difetto fissata con spirali di titanio o riassorbibili e la IPOM plus che oltre alla ipom prevede la sutura del difetto erniario

Tecniche extraperitoneali di cui la Milos (mini- or less-open sublay) è una delle principali e che prevede il posizionamento retromuscolare della protesi.

E’ comunque possibile procedere a riparazione di difetti più ampi con tecniche TAR anche per via laparoscopica.

Nel nostro centro prediligiamo l’approccio mininvasivo per gli indiscutibili vantaggi:

  • minor trauma chirurgico

  • minori cicatrici

  • minori complicanze infettive

  • tempi di recupero

In ogni caso la scelta del tipo di metodica da adottare viene discussa con il paziente in base alle suo stato di salute, all’età ed alle sue aspettative.

Un capitolo a parte è il trattamento della distasi dei muscoli retti dell’addome che abitualmente trattiamo in chirurgia generale solo se associato ad un’ernia ombelicale.

DR. ANDREA LUCCHI

Chirurgo Direttore presso UO Chirurgia generale ospedale Ceccarini di Riccione AUSL Romagna

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Ha sviluppato inoltre competenze in ambito di ERAS (Enhanced Recovery After Surgery): sull’argomento ha partecipato alla stesura di alcuni lavori scientifici pubblicati su importanti rivisti del settore ed ha tenuto relazioni in ambito nazionale ed internazionale (Annual Congress of Society of Laparoendoscopic Surgeons, Orlando, USA 2015, Annual Congress of American College of Surgeons, San Diego, USA 2017)
I protocolli ERAS vengono applicati di routine da circa 10 anni c/o la Chirurgia di Riccione e sono stati ulteriormente implementati negli ultimi 2 anni.

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